Un campo boe che segnali ai diportisti la zona A, quella di riserva integrale, e 24 videocamere che, alla stregua di un Grande Fratello elettronico, aiutino a sorvegliare il perimetro delle isole di Ischia e Procida: l’area marina protetta “Regno di Nettuno” prova a ripartire dal nuovo modello di gestione straordinaria, coordinato dalla capitaneria di porto di Napoli, lasciandosi alle spalle i lunghi anni di contraddizioni e guerre intestine che hanno portato al commissariamento nell’aprile 2015.
E’ a una joint venture con la stazione zoologica “Anton Dohrn” e la vicina area marina Punta Campanella che l’ente, istituito nel 2008 con un decreto ministeriale, punta con forza per recuperare il terreno perduto. L’obiettivo è proteggere e valorizzare 11 mila ettari di mare che custodiscono meraviglie e paradossi, tra cui la pesca di frodo e il diportismo selvaggio, le ancore che sradicano le praterie di posidonia, il bracconaggio del corallo rosso a Sant’Angelo e i cetacei del cosiddetto canyon di Cuma minacciati da motoscafi e inquinamento acustico.
“Il mare campano ha potenzialità ancora inesplorate – sottolinea l’ammiraglio Arturo Faraone, rappresentante legale dell’area marina protetta nella fase di ‘commissariamento’ – al cui sviluppo deve mirare un organismo di tutela come questo. Le popolazioni e le istituzioni locali comprendano il valore aggiunto dell’area marina, che favorisce lo sviluppo del territorio”. L’auspicio, ribadito ieri in un incontro nella sede della capitaneria di porto, è quello di una svolta dopo anni di inefficienza, che avevano indotto il Ministero dell’Ambiente a revocare l’affidamento della gestione al consorzio di diretta emanazione dei sette comuni competenti (Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Barano, Serrara Fontana, Forio e Procida). La nuova gestione ha portato al rilascio di 2034 autorizzazioni, con introiti per 63 mila euro. Ma la vera sfida comincia ora: appena firmato il contratto per la fornitura e messa in opera dei “segnalamenti luminosi di delimitazione della zona A”, i lavori tra 60 giorni. Sarà un ulteriore tassello, ma il futuro resta un’incognita: quella della guardia costiera è una gestione transitoria. Il Ministero potrebbe optare per un modello che coinvolga nuovamente i comuni delle due isole. Purché si scongiuri il rischio di un nuovo flop.
fonte Repubblica.it